Relax, storia e buon cibo in Carnia

di Anna Romanin

Le vostre vacanze iniziano ora? Non avete ancora deciso dove andare? Siete già state in ferie ma sentite il bisogno di staccare ancora? Anche un solo weekend è sufficiente per trovare o ritrovare relax, storia e buon cibo. Dove? Ad Arta Terme, Piano d’Arta e i paesi della Vallata del But, ad un’ora di auto a nord di Udine.  Itinerari escursionistici, attività, eventi e tradizioni enogastronomiche ma anche massaggi rigeneranti e bagni termali nelle acque già note ai Romani. Pronte a partire per un perfetto weekend con le amiche?

Iulium Carnicum e le terme romane della sorgente di Acqua Pudia

La Carnia prende il nome da Iulium Carnicum (oggi Zuglio). I panorami sono un susseguirsi di piccoli centri ordinati e abbondanti di natura, ricchi di storie e tradizioni che si tramandano. Ognuno ha le proprie ed essere di Arta Terme o di Piano d’Arta o di Avosacco qui fa tutta la differenza del mondo.

Nel terribile agosto del 452 a quasi cinquecento anni esatti dalla fondazione (50 a.C.), Iulium Carnicum non resse l’impatto degli Unni. In Friuli, dalle montagne al mare Adriatico, il re unno Attila è ancora oggi uno spauracchio e sinonimo di “terribile”. “Attila flagelli Dei” diceva mia nonna nata nel 1920 scuotendo la testa sconsolata di fronte a qualcosa di impattante, fosse un terremoto o la Guerra del Golfo.  Gli Unni, feroci e affamati da anni di carestie, si spinsero anche qui, alle sorgenti dell’aqua putens (ovvero acqua con straordinari poteri) celebrate dai Romani.

Il complesso termale di Arta Terme, tra la Belle Époque e il XXI secolo

È durante la Belle Époque che Arta – proprio per le acque – diventa un luogo di villeggiatura alla moda. Lo racconta bene Igino Dorissa in La Belle Époque di Arta Terme (seconda edizione del 2024). Ci venivano nobildonne e nobiluomini dell’Impero Austro-Ungarico, ci venne Giosué Carducci nel 1885 ospite dell’Albergo Poldo e qui compose la poesia “Il Comune rustico” e la “Ballata in Carnia”. Alle spalle del Bar Stop in via Carducci, dove si beve un’ottima birra artigianale, spicca l’Albergo Rossi, spettatore di fasti passati e amori segreti tra i facoltosi villeggianti che qui trovavano ristoro.

Oggi le Terme di Arta sono note per le cure termali dove fare anche fisioterapia e riabilitazione e per l’area wellness, perfetta per rigenerare corpo e mente tra piscine, idromassaggio, diversi tipi di sauna e bagno turco, docce emozionali e percorso Kneipp (https://termediarta.it/). L’ Acqua Pudia è minerale solfato – calcico – magnesiaca – sulfurea se gorga ad una temperatura di 9°.

Tra le incantevoli chiese rupestri della Carnia.

Sono tante le chiese rupestri in Carnia, frutto di devozione e spiritualità. Tra le tante segnaliamo la Chiesa di Santo Spirito di Piano d’Arta (o chiesa dei Re Magi o chiesa di Sant’Elena) edificata verso la fine del 1300. La tradizione narra che la costruzione venne decisa da Elena, nobildonna dell’antico borgo Chiusini (sono ben 17 i borghi di Piano d’Arta, 1200 abitanti!) dopo che la Madonna le apparve in sogno.

L’edificio formato da un’aula in stile gotico è un esemplare unico nel suo genere per il campanile incastonato nei muri perimetrali della chiesa e ruotato rispetto agli stessi. La struttura è originaria ma il pavimento di pietra è andato perduto, rovinato, trafugato, venduto, e poi sostituito da anonime mattonelle. Monta la rabbia pensando che chi possiede il più grande patrimonio storico artistico al mondo – gli italiani – non sappiano spesso salvaguardarlo.

L’abside ha un curioso affresco che rappresenta l’incontro dei Re Magi con Gesù Bambino con lo sfondo dipinto a foglie di salvia.

 

Le erbe colorano i prati e finiscono spesso nel piatto dove il re è il cjarson

Il viaggio val bene una passeggiata con Mauro Lowenthal che riconosce perfettamente fiori, piante, erbe spontanee ed officinali, comprese quelle velenose, più pericolose dei funghi, dice lui. La cicuta – con cui Socrete morì suicida – ha foglie che sembrano quelle del prezzemolo, inodore ma letale. Poi ci sono l’Artemisia da cui si ricava il Genepì, lo Stramonio o pianta delle streghe, la Pinpinella sanguisorba, la Cicerbita alpina, conosciuta qui come radìc di mont che è Presidio Slow Food.  Si raccoglie alla fine dell’inverno in quota, oltre i mille metri, e si conserva sott’olio.

Le erbe sono la ricchezza spontanea di questa terra, elemento base di molti cibi. La Carnia conta 2100 specie conosciute di piante superiori, piante benefiche, piante alimentari di antichissima tradizione. Si mangiano in tanti piatti e nei ripieni dei Cjarsons, tortelli ripieni di cui ogni vallata e addirittura ogni famiglia ha la sua ricetta particolare. Ad Arta Terme c’è che produce acquistabili al Despar locale (via Nazionale 2) si acquistano i cjarsons del laboratorio artigianale Tradizione Carnica.

 

DOVE DORMIRE E MANGIARE

Hotel Oasi Park

La gentilezza e simpatia della famiglia Löwenthal renderà il soggiorno speciale. Da non perdere una passeggiata accompagnati dal signor Mauro in uno dei cinque sentieri che partono da Piano d’Arta. D’estate nel buffet a pranzo e cena si trovano erbe e verdure dell’orto.

https://hotelparkoasi.it/

L’Hotel Gortani, di proprietà della stessa famiglia da tre generazioni, spegnerà nel 2025 ben 100 candeline. Ha una rigenerante spa, un ottimo ristorante ed è sinonimo di comfort e benessere.

gortani.it

Agriturismo Plan di Cuel

A Rivalpo (frazione di Arta) si mangia all’interno di bolle trasparenti che lasciano vedere l’intero paesaggio, e la notte anche le stelle.

Tel. 0433 320338

Per tutte le info e organizzare un soggiorno: silentalps.it

 

Scoprire i dintorni

  • Portis Vecchio, paese fantasma immobile dalla sera del 6 maggio 1976 quando il terribile terremoto sconvolse il Friuli. Ricostruito un chilometro più a nord come Portis Nuovo, oggi il vecchio centro è sede della Serm Academy (Seismic emergency response management international training School)
  • Venzone e Gemona, due bei borghi medievali famosi per essere stati ricostruiti per anastilosi pietra, ovvero pietra su pietra esattamente “come erano e dove erano” dopo il terremoto del ‘76.

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