Borghi che profumano di mare

di Isa Grassano

Un’estate al mare ma vissuta nella quiete di un paesino su una collina, o abbarbicato su uno scoglio roccioso. La tendenza per le prossime vacanze è abitare in case (o bed and breakfast) all’interno di centri antichi, un po’ isolati, ma a poca distanza da spiagge belle, dove poter prendere il sole e fare lunghe nuotate. Noi di #amichesiparte abbiamo selezionato cinque itinerari, tra Liguria, Marche, Puglia, Calabria e Sardegna. Scegliere è stato difficile, perché in Italia questi gioielli che affacciano su acque cristalline sono davvero tanti.

Seborga – Liguria

Seborga – Liguria

Dall’alto dei suoi 500 metri, lo sguardo spazia sul panorama della Costa Azzurra. Seborga in Liguria, poco lontano da Imperia, è un borgo incantevole in una valle aperta sul mare. Basta guardarsi intorno per rimanere incantati ma anche sorpresi. Ovunque, sventolano le bandiere formate da nove strisce bianche e nove strisce azzurre orizzontali e l’immancabile stemma a forma di corona reale. Perché questo è un Principato con una storia a parte: non risulta mai essere stato abolito, né incluso nel Regno d’Italia e quindi, almeno secondo gli abitanti del posto, non è mai entrato a far parte della Repubblica. Nei negozietti si possono trovare francobolli del Principato, persino patenti e passaporti. Vi è anche il conio di una propria moneta, il “Luigino” (era la moneta autorizzata dalla zecca locale, nel 1966), ricercata anche dagli appassionati di numismatica. Ovviamente, c’è un proprio inno nazionale. Nel centro storico si può ammirare la chiesa settecentesca di San Martino (patrono del paese), che sorge nell’omonima piazzetta centrale. Sul piccolo sagrato si trova una grande croce dei templari. A fianco, il “Palazzo”, un tempo residenza dei monaci (dell’abbazia madre di Lérins), con i resti di quella che fu l’antica zecca. Vi è anche un museo che ospita oltre duecento strumenti musicali antichi.

 

Grottammare – Marche

Grottammare – Marche

Un piccolo centro storico raccolto sul ciglio di un colle che guarda al mare (sorge a 126 metri sull’acqua), come una sentinella. E’ chiamato affettuosamente “il vecchio incasato”, ad indicare il gruzzolo di rustiche case e viuzze medievali. E scrutare da lassù la vita della marina, filtrata dall’incredibile profusione di palme che rende Grottamare (in provincia di Ascoli Piceno) quasi un angolo di tropici, reso leggiadro dagli eleganti villini liberty adorni di giardini. All’interno del borgo vi è un concentrato di tesori artistici fra cui il Torrione della Battaglia (fortificazione del XVI secolo), la chiesa di San Giovanni Battista, dov’è allestito il Museo Sistino con gli oggetti donati dal Pontefice Sisto V (al secolo Felice Peretti) al suo paese d’origine, il settecentesco Teatro dell’Arancio.

 

Vieste – Puglia

Vieste – Puglia

Vieste (in provincia di Foggia) è “il cuore” del Gargano: un groviglio di vicoli e scalinate che collegano tra loro case bianche e basse e culmina sulla rocciosa Punta di San Francesco, col monastero fortificato e il castello di origine normanno-sveva. Da qui si raggiunge l’imponente faraglione di Pizzomunno, un aguzzo dente calcareo, alto 26 metri, che spunta davanti alla spiaggia del Castello e che la leggenda popolare dice essere un giovane pescatore tramutato in pietra da sirene gelose. E ovviamente il mare. Fondali trasparenti, popolati da variopinte specie di pesci e di piante marine: cattedrali di corallo, tane di corvine e saraghi, distese di spugne. E la sensazione di trovarsi in un acquario da favola. Se avete dimestichezza con l’acqua, ci si può accostare al mondo marino ammirando il susseguirsi di grotte, che si estende verso la zona costiera per oltre trenta chilometri, tra le più belle di tutto il Mediterraneo. Nei pressi della Testa del Gargano, si possono scorgere la grotta Calda (così chiamata per la presenza di sorgenti tiepide) e quella della Campana piccolaChi ama la natura, infine, non può perdersi una visita al Parco Nazionale del Gargano, un’area protetta con oltre duemila specie botaniche e una straordinaria ricchezza faunistica. Un mix di colline, macchia mediterranea, altipiani carsici e valli boscose che si uniscono e spesso “baciano” il mare sottostante.

 

Fiumefreddo Bruzio – Calabria

Fiumefreddo Bruzio – Calabria

La scoperta dei paesi porta a Fiumefreddo Bruzio (Jiumifriddu nel dialetto locale, in provincia di Cosenza), inserito nell’elenco dei borghi più belli d’Italia, poco battuto dal turismo di massa, ma che non smette mai di riservare sorprese per chi cerca l’autenticità e la semplicità. Nella chiesa Matrice, vicino l’altare maggiore, si può ammirare l’opera del Solimena, il Miracolo di San Nicola di Bari, il cui è rappresentato San Nicola nell’atto di resuscitare un fanciullo di nome Basilio. È questo uno dei dipinti più belli del Barocco italiano. Famose qui anche le opere di Salvatore Fiume che nel periodo in cui risiedette in paese (dal 1975 al 1996) ne ha realizzate diverse e le ha donate alla comunità. Se amate l’arte presepiale, fate una sosta in via Manzoni. Si trova una bottega che è una sorta di “Natale in Casa Cupiello”, solo che al posto dei Cupiello c’è la famiglia Spina (Enzo che prosegue la tradizione di suo padre Attilio). La rappresentazione della Natività è una vera opere d’arte che riflette il paese in scala con i particolari minuziosi, pastori in argilla, scale, case, curate in ogni dettaglio, come anche i personaggi alle prese con gli antichi mestieri.

La terrazza panoramica sul mare, Largo Torretta con la luce che cambia di minuto in minuto, non può non catturarvi.

 

Castelsardo – Sardegna

Castelsardo – Sardegna

C’è l’espressione del Mediterraneo in quest’angolo di Sardegna. Una natura ricca di boschi, rocce a picco sul mare e incantevoli panorami. Nel XV secolo ottenne dalla Corona D’Aragona il riconoscimento di Città Regia. Castelsardo è un borgo medievale fortificato che conserva intatto il proprio antico fascino. Con i suoi innumerevoli scalini e il dedalo di stradine su cui si affacciano le tipiche abitazioni sviluppate in verticale, gli slarghi in pietra e le piazzette, il centro storico conserva l’impianto risalente alla sua fondazione avvenuta nel 1102. Vale pena concedersi lunghe passeggiate tra le sue viuzze (Sedute sulle scalette è possibile vedere le donne intrecciare cestini in palma nana, seguendo una tradizione tramandata di madre in figlia che risale, pare, all’epoca dei benedettini, ovvero al XIV secolo), fino a raggiungere il promontorio a picco sul mare, dove svettano l’antico Castello, le possenti mura e il campanile aragonese della cattedrale di Sant’Antonio Abate.

 

 

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