DIARIO DI VIAGGIO: Sulle strade di SANTIAGO

Sulle strade di Santiago

I ricordi di Sabina

Ecco, ho compiuto i 50 anni e per celebrare l’avvenimento volevo fare di speciale, qualcosa che restasse per il resto della mia vita, qualcosa che …. ho sempre sognato e che mi faccia stupire …… così ho chiesto a mio marito per il mio compleanno o il ballon bleu di Cartier o…. il cammino di Santiago. La risposta è stata quella che volevo: “cammina….. cammina…”.

Ho iniziato a pianificare il mio cammino. Mio marito ne ha parlato con una amica che mi ha accompagnato per un buon tratto, fino a quando improvvisi problemi famigliari la hanno imposto il rientro a casa anzitempo.

Nei mesi precedenti ho cercato di seguire una tabella di marcia che prevedeva uscite per almeno 45/50 km distribuiti su 3 – 4 giorni settimanali, ho prenotato il biglietto aereo con un viaggio low cost, ho pianificato le cinque settimane di ferie necessarie.

Penso che il vicinato sia rimasto un po’ sorpreso quando a ridosso della partenza mi vedeva partire con uno zaino con 6 lt. di acqua e poi rientrare a casa dopo 3 ore e mezza, neanche fossi stata sul K2 al posto del parco e delle colline sopra casa mia.

24/04/2008

Inizio il cammino da Saint Jean Pied de Port, alle falde dei Pirenei francesi con la mia amica Mia. La partenza è come consuetudine, al mattino prestissimo. Dopo cinquecento metri la strada si inerpica, sulle prime le mie gambe non vogliono rispondere, il mio pensiero è: come fare gli altri 790 km che mi aspettano? Sarà l’unica volta in cui avrò dubbi.

Poi decido di pensare il cammino, non come un’entità estesa, ma come tanti frammenti di qualche chilometro ciascuno, il mio compito sarà affrontarne un po’ alla volta.

Alla sera arrivo nel primo albergue (ostelli) spagnolo del cammino, un ospizio ristrutturato ci sono un’enormità di letti a castello divisi in tre file: maschi, femmine, e in quella di mezzo coppie sposate. Metto a prova il mio spirito di adattamento, ho sempre fatto vacanze comode con la mia famiglia, mi ritrovo con la mia amica a dormire con gente da tutto il mondo. Nei giorni successivi, per scherzare tra di noi, ci domandavamo: “questa sera con chi dormiamo e dove?”

1/05/08

Dopo una settimana, mi stupisco della mia forma fisica che man mano migliora: non soffro di male ai piedi eccessivamente e le gambe rispondono bene. Scopro che mi piace camminare speditamente, e che, quando arriva mezzogiorno, stacco il gruppo e mi apparto da sola in silenzio assaporando la tranquillità e lasciandomi cullare dai pensieri.

Per strada ormai conosco i volti che di tanto in tanto incrocio, nella mia mente sono catalogati per il modo che hanno di camminare, per la foggia particolare del cappello, o per una battuta che ci siamo scambiati.

Arrivo sempre prima dei compagni e mi faccio carico di prendere il posto per loro, dopo la doccia faccio il bucato (se non riesco a farlo asciugare lo appendo allo zaino l’indomani), mi bevo una birra e finisco il pomeriggio fraternizzando con gli altri ospiti degli albergue , talvolta se c’è ha a disposizione una cucina idonea, con Mia e altri pellegrini, mi metto a cucinare per gli altri ospiti.

Alla sera ci si ritrova tutti insieme a mangiare il menù del pellegrino, è un ulteriore occasione per conoscere altre persone.

15/05/2008

Purtroppo Mia deve tornare a casa per un lutto in famiglia, da un lato mi spaventa restare sola, ma dall’altro i pellegrini che incrocio nel cammino mi sono familiari e molti li conosco per nome, credo che saprò continuare anche da sola. Sono dispiaciuta per lei, oltre per quello che le è successo, per essere ormai a 180 km da Santiago, dopo 600 km si sente la meta vicina.

Lo zaino è ridotto al minimo: oltre a quanto indosso, mi sono portata 2 paia di calze, 2 di mutande, una canottiera, un paio di pantaloni e un sapone di marsiglia multiuso (bucato, igiene personale, shampoo). Per 5 settimane ho dovuto fare a meno delle mie creme, balsami, shampoo, ceretta, scelta di abiti ecc. ……ogni “necessità” femminile, è stata accantonata, non avrei mai creduto possibile, ma è così naturale e non mi pesa. Solo negli ultimi giorni mi deciderò di concedermi il lusso di comprare uno shampoo vero, i miei capelli sfibrati lo reclamano.

17/05/08

Ho passato due giorni da sola, ho incrociato molte facce conosciute, ma non ho voglia di parlare, preferisco ascoltare il mio Mp3 dove ho registrato alcuni podcast che da tempo volevo ascoltare. Risento della partenza di Mia e della nostalgia di mio marito e di mia figlia.

18/05/2008

Sono entrata in Galizia, il morale è di nuovo su, ho incontrato un gruppo di liguri, che benché non abbiano una forma atletica, sono di buona compagnia quando ci troviamo negli albergue. Devo riconoscere che le gambe vanno da sole. Alla sera sono “piacevolmente” stanca, durante il giorno devo solo pensare a camminare, assaporo ogni panorama, ogni cinguettio, anche ogni goccia di pioggia che persiste in Galizia.

22/05/2008

Sono arrivata a Santiago, dopo 28 giorni di cammino, oltre a uno trascorso per intero a Burgos, sono in cattedrale, sono emozionata dopo aver trovato un posto per dormire, mi abbandono al sonno.

23/05/2008

Trascorro al giornata a Santiago, faccio la spola, come altri pellegrini, tra piazza Obradoirio, la cattedrale e l’ufficio accoglienza pellegrini. Man mano che ci si riconosce, scatta la necessità di abbracciare quel pellegrino, che magari hai solo incontrato in una tappa che nemmeno tu ricordi quale.

L’adrenalina è alle stelle, e in cattedrale per la messa del pellegrino, gli occhi si inumidiscono, non sai se per la soddisfazione di avere concluso, se per il pathos del momento …. perché il cammino già ti manca.

 

Ho incontrato tante persone che a Santiago ritroverò in cattedrale, il patrimonio dell’Unesco è costituito essenzialmente dalla comunità di gente in cammino, persone solidali tra loro, gentili, talvolta desiderose di silenzio, altre volte smaniose di comunicare anche solo attraverso l’accenno di un sorriso. La mia sensazione è che ognuno abbia un nome, ma svaniscono le differenze di età, di provenienza e di lingua.

24-25-26/05/2008

Sulla mia tabella di marcia sono in anticipo di quattro giorni, mi concedo di arrivare all’oceano, a Finisterre, le persone che affrontano questa parte, sono poche, sembra di tornare all’inizio del cammino, ma i paesaggi sono unici e arrivare all’oceano a piedi dai Pirenei è un’emozione forte.

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