Donne streghe in montagna

Donne streghe in montagna. L’altra faccia delle Alpi Bellunesi, il Cansiglio e il Bus de la Lum

di Barbara Cucini

 

Ci siamo messe in cammino un paio di lune fa, quasi, e avevamo paura di sentire freddo. Beh nelle ultime due settimane abbiamo preso un po’ d’acqua, ma ne valeva la pena!

Le amiche della sorellanza stavolta hanno optato per una destinazione nordica, le Alpi bellunesi…ma si sa che Matteuccia, Morgana, Bianca, Circe, Lamia non amano molto i luoghi mondani, per cui si è optato per località meno battute dal turismo vip e non vip.

Ci siamo prese uno chalet per due settimane, per spirito di contraddizione sulla montagna più bassa del comprensorio, il Nevegal. Posto fantastico per chi ama la tranquillità, il fresco e le passeggiate nei boschi, un luogo in cui nel fine settimana arrivano semmai le famigliole dalle città vicine, per il week end di relax, oppure gli amanti della mountain bike per le corse in montagna. Il resto della settimana si era pressoché sole.  Per noi era un invito a nozze. La casa che abbiamo preso in affitto si trovava quasi in cima al monte, in via Faverghera, praticamente in mezzo al bosco. Questo vuol dire che se ci veniva voglia di lamponi, o di more, o di funghi, bastava metter fuori di casa un piedino.

donne streghe
donne streghe

Se si aveva voglia di camminare un po’ di più beh! Di scelta ce n’era in abbondanza! I rifugi Col Bristot, Col Visentin, la malga Col Toront, dove abbiamo bevuto il latte appena munto, che bontà!

Basta passeggiare per  boschi, vedere i colori dei fiori spontanei, respirare l’odore dolciastro della resina dei grandi abeti per fare il pieno di energia.

E appena mettevi fuori il naso, ti si parava davanti la valle del Piave, giù in basso e la corona di montagne, quelle più alte, tutte intorno. Al mattino presto e la sera al tramonto, le nubi o la nebbia coprivano la valle, il paesaggio era incantato, proprio come piace a noi.

Poi, da brave curiose, abbiamo incominciato a gironzolare, non siamo rimaste sempre lì, anche se la tentazione era forte….tempo e scope permettendo siamo andate a fare un pic nic nei pressi di un lago, il lago del Mis, vicino a Santa Giustina. Ci siamo accampate a bordo lago, nell’area barbecue, ovviamente sotto un bell’alberello che ci faceva da parasole. Abbiamo grigliato le verdure e il formaggio, ci siamo rimpinzate a dovere, come al nostro solito. Poi ci siamo incamminate verso una cascata piccola e potente, che soffia forte come il vento. Si chiama “Soffia” infatti…Non abbiamo incontrato folletti, non ce n’era bisogno, la vera magia di quel posto erano l’azzurro e lo smeraldo dell’acqua del lago, il verde dei boschi tutto intorno.

donne streghe
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Qualche giorno più tardi il pic nic l’abbiamo fatto a bordo fiume, in un posto carino che si chiama “La stanga” sulla strada per Agordo. Abbiamo anche fatto il bagno nel fiume, che bello! L’acqua era bassa, ma la corrente era fortissima, chi l’avrebbe detto?  Una signora del luogo lì ci ha raccontato  una storia sull’origine delle Dolomiti…ci ha detto che tanto tempo fa vivevano un principe e una principessa, innamorati persi…che poi purtroppo si sono persi davvero. La principessa è sparita a un certo punto, non sappiamo se sia morta o cosa. Il principe l’ha cercata fino alla fine dei suoi giorni, piangendo lacrime che si sono trasformate in sassi, e poi, pian pianino, l’uno sull’altro, hanno formato le montagne. Ecco, Bianca si è rimessa a frignare…e Matteuccia, col suo solito piglio, l’ha ripresa subito in malomodo: “Ma che frigni e frigni, tutte le volte ‘sta storia! Secondo me la principessa zitta zitta era scappata con l’alpino…!”

E Morgana: “Infatti, ha fatto bene!” Ognuna ci ha messo del suo, come al solito, che ci volete fare siamo donne, siamo streghe…

Poi è stata la volta del Lago di Santa Croce, un vero spettacolo! Lì siamo andate al ristorante, abbiamo mangiato polenta e funghi, le carnivore hanno mangiato anche i salumi di selvaggina e siccome eravamo in Veneto, per forza abbiamo dovuto stappare sia il Prosecco che l’Amarone, ovvio…

Ci voleva una passeggiata un po’ più lunga del solito a quel punto, e allora ci siamo dirette verso il Cansiglio. Ci siamo fermate in una radura circondata da boschi e abbiamo preso un sentiero interno seguendo un cartello di legno che sembrava indicare un luogo di interesse turistico: “Al Bus de la Lum”. Il sentiero era in salita e a un certo punto, sulla sinistra, abbiamo trovato una recinzione. Il Bus de la Lum, il pozzo della luce, alla lettera, era proprio lì. E’ una delle cavità carsiche, a volte molto profonde, presenti nella zona. Ha la particolarità di essere costituito da un solo condotto verticale, senza diramazioni, profondo 180 mt.

donne streghe
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“Quello è un posto maledetto!” Ci ha detto un signore a passeggio, l’unico presente nella zona oltre a noi. Ce l’ha detto in dialetto.

Sì, ci dice, è il pozzo delle Anguane, secondo la leggenda, streghe feroci, mostri, senza denti, dotate di artigli al posto delle unghie, con chiodi arrugginiti al posto dei capelli, che nelle notti di plenilunio escono dalla terra, dal loro pozzo maledetto, e vanno in cerca di bambini per ucciderli e mangiarli, per tirar via l’anima con un soffio ai viventi…Beh che dire? Siamo state brave, siamo di nuovo capitate in un posto abitato da streghe! Ma se ne vedesse una!

L’unica cosa certa, qui, al di là della leggenda, è che il Bus de la Lum si chiama così a causa dei fuochi fatui che si sprigionavano dalle sue profondità, essendo stato utilizzato per molto tempo come fossa comune per il bestiame morto di malattia. La storia più recente purtroppo ce lo consegna come un fratello piccolo delle Foibe….Tutte quante abbiamo provato un brivido freddo,  e non è colpa delle streghe, no, no. Torniamo alle ja…scusate, abbiamo perso l’orientamento. alle anguane…è meglio.

Sì perché questa storia l’abbiamo già sentita mille volte, la conosciamo bene, magari il soffio che toglie via l’anima ai vivi è sul collo e magari di sabato riesce meglio…la morte che nasce dalla terra, la donna che mangia i bambini, la stessa storia, lo stesso stereotipo da nord a sud. Non ci viene in mente una canzone qui davanti, no…ci viene in mente la Margherita del Faust di Goethe, la donna e la madre nei quadri di Münch, quante suggestioni…Le ritroveremo, perché a fine mese andremo nella città delle streghe, quella vera, nella notte di Ognissanti. Ritroveremo la donna, la donna e la terra che dà la vita e che l’accoglie di nuovo al suo termine. E della paura che questo innegabile e potente legame della donna con la terra ha suscitato negli uomini per secoli.  Ma secondo voi, il principe, quello di prima, quello che piangeva sassi, aveva avuto paura pure lui?

Sapete che facciamo? Noi andiamo a cercare l’alpino, magari ci dice dove si può fare cena, perché a forza di camminare c’è tornata la fame! E date retta a noi, veniteci a bere un’ombrina da queste parti, che merita!

donne streghe
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