Picasso a Roma, “mai sottovalutare il potere di un viaggio”

di Anna Romanin

La mostra «Pablo Picasso tra Cubismo e Neoclassicismo» alle Scuderie del Quirinale potrebbe essere riassunta con una frase “mai sottovalutare il potere di un viaggio”. Il viaggio che racconta è quello che fece Picasso a Roma, nella primavera del 1917, mentre infuriava la Grande Guerra, e che lasciò in lui tracce profonde nell’opera e nella vita privata.

Amiche pronte a partire? Ma dovete affrettarvi, chiude il 21 gennaio.

Picasso a Roma, mai sottovalutare il potere di un viaggio”

 

Picasso arrivò a Roma il 17 febbraio 1917 insieme a Jean Cocteau, giovane poeta dei salotti brillanti che qualche anno prima gli aveva aperto le porte del bel mondo parigino. Aveva 36 anni. L’obiettivo era iniziare a lavorare sul sipario, sulle scene e sui costumi di Parade, balletto ideato da Cocteau su musiche di Erik Satie. I ballerini di Parade erano quelli dei famosi Ballets Russes, ed era stato proprio il loro potente impresario Sergej Djagilev, a promuovere la collaborazione dei tre grandi artisti – Picasso, Cocteau, Satie – su un unico progetto.

Cocteau e Picasso, che giravano in città con una curiosità inesauribile, incontrano presto l’intero corpo di ballo dei Ballets Russes che soggiornavano all’Hotel Minerva, dietro il Pantheon. Tra loro vi era Olga Khokhlova, bella, altera, ventiseienne, figlia di un colonnello dell’esercito imperiale russo, all’apice della carriera. Picasso rimase folgorato dal bell’ovale del viso, dagli occhi nocciola, e forse dimenticò Eva, morta qualche anno prima a Parigi. Olga sarà la prima moglie di Picasso.

 

Picasso a Roma, “mai sottovalutare il potere di un viaggio”
Picasso a Roma, “mai sottovalutare il potere di un viaggio”

La scoperta di Roma, e poi di Pompei, Napoli, Firenze, fu anche la scoperta del classicismo, del Rinascimento, delle suggestioni del colore e della vita popolare. Quei due mesi vissuti in Italia si ritrovano nelle oltre cento opere esposte (dipinti su tela, gouache e disegni) realizzate dal 1915 fino al 1925, anno in cui pose fine alla rivisitazione del classico. A completare il percorso espositivo si aggiungono costumi, bozzetti, disegni, lettere, che rivelano la parte più intima dell’ “uomo” Picasso.

Picasso a Roma, mai sottovalutare il potere di un viaggio”

 

Bellissimi sono i ritratti di Olga (Ritratto di Olga in poltrona, 1918) che insisteva ad essere ritratta in chiave naturalistica per potersi riconoscere, quelli del figlio Paulo nato nel ’21 (Paulo come Arlecchino,1924; Paulo come Pierrot, 1925), le nature morte (Natura morta con chitarra, bottiglia, frutta, piatto e bicchiere su tavolo, 1919), la serie delle bagnanti (Due donne che corrono sulla spiaggia. La corsa, 1922; Il flauto di Pan, 1923), gli Arlecchini (Arlecchino con Specchio, 1923). Sono 38 i prestatori, anche privati, provenienti da Europa, Stati Uniti e Giappone. Anche per questo amiche la mostra, una delle più importanti dedicate in Italia a Picasso, è da non perdere.

 

Picasso tra cubismo e classicismo. 1915-1925. Roma; scuderie del Quirinale. Fino al 21 gennaio 2018 Intero 15€ – Ridotto 13€“ | Per vedere il sipario Parade ( 17 m. x 10 m.), Palazzo Barberini

 

Per chi vuole approfondire: Pablo Picasso. Capolavori del museo Picasso, Parigi. fino al 6 maggio 2018 | Genova, Palazzo Ducale.

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