Sul trono del principato di Seborga

di Isa Grassano

“Benvenuti nell’antico Principato di Seborga”.

Principato di Seborga

Già il cartello all’entrata del paese incuriosisce non poco. “Benvenuti nell’antico Principato di Seborga”. Poi basta guardarsi intorno per rimanere ancora più sorprese. Ovunque, sventolano le bandiere formate da nove strisce bianche e nove strisce azzurre orizzontali e l’immancabile stemma a forma di corona reale. Eppure non si è all’estero, anche se la sensazione è quella, ma in Liguria, poco lontano da Imperia, in una valle aperta sul mare. Il piccolo comune di Seborga, nell’entroterra ligure, tra Ospedaletti e Bordighera, a due passi dalla frontiera con la Francia, si è autoproclamato principato indipendente, con tanto di principe e di un consiglio. Sovrano che è stato rieletto proprio in questi giorni: Marcello Menegatto con oltre il 75% di preferenze.

Principato di Seborga

Visitare questo antico borgo medievale è come fare un tuffo nel tempo. Batte moneta propria: il luigino, con un valore fissato in sei dollari statunitensi e, al momento, è considerata la valuta più forte al mondo. Ha una sua bandiera (formata da due parti triangolari, tranciate in banda, bianca e azzurra), un suo stemma (una corona di tipo reale di color azzurro), un inno nazionale (intitolato La Speranza), un corpo di guardie e soprattutto un suo principe (democraticamente eletto da un consiglio). Persino i propri numeri civici. In realtà sono doppi: quelli del Comune e quelli del Principato. Ma perché si dichiara indipendente? Facciamo un passo indietro. Nel 1729 i Savoia acquistarono il Principato, che però non risulta mai essere stato abolito, né incluso nel Regno d’Italia e quindi, almeno secondo gli abitanti del posto, non è mai entrato a far parte della Repubblica.

Principato di Seborga

Queste vicende storico-diplomatiche sono solo alcuni degli aspetti che rendono il borgo una meta da scegliere per una gita fuoriporta o un fine settimana. Tra l’altro, grazie alla sua posizione, sempre esposta al sole, e con le Alpi Marittime che la proteggono dai venti freddi provenienti dal Nord, il territorio gode di un clima temperato con estati fresche. Le ginestre e le distese di ulivi regalano panorami incantevoli.

All’ingresso del nucleo urbano, che originariamente aveva quattro porte d’accesso, c’è la piccola chiesa dedicata a san Bernardo di Chiaravalle. Nel centro storico si può ammirare la chiesa settecentesca di san Martino (patrono del paese), che sorge nell’omonima piazzetta centrale. A fianco, il “Palazzo”, un tempo residenza dei monaci (dell’abbazia madre di Lérins) e attualmente una casa privata. Nella parte inferiore si trova la zecca, un locale dove dal 1666 al 1687 (quando chiuse per le proteste del re di Francia) vennero coniati i luigini, il cui nome si ispirava alla moneta corrente in Francia in quel tempo, il louis: ce ne sono ancora dodici, classificati come “rarissimi”, di grande interesse numismatico.

Principato di Seborga

Da vedere il museo degli strumenti musicali antichi, con una selezione di 135 modelli del periodo compreso tra il 1744 e il 1930: se ne può ascoltare anche il suono, riprodotto in sottofondo.

Principato di Seborga

Infine, il paese affascina anche per il paesaggio. Dall’alto dei suoi 500 metri, lo sguardo spazia sul panorama della Costa Azzurra. Una vista davvero “regale”.

 

 

 

 

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