Rosa Piccante…sul Bernina Express

BERNINA EXPRESS

di Rosa Piccante

…da tanto desideravamo compiere quell’itinerario in treno. Non un semplice viaggio in treno, ma qualcosa di più. Il Bernina Express, per la bellezza dei luoghi attraversati, rimane una delle esperienze più affascinanti nel panorama ferroviario mondiale. La stazione di Tirano è il punto di partenza in Italia. Destinazione St.Moritz, una delle località più “in” di tutto l’arco alpino. Ci “imbarcammo” io e il mio ragazzo, sul Tirano-St.Moritz, il celeberrimo “trenino rosso” della Ferrovia Retica, la ferrovia più alta d’Europa! Nel giro di due ore, tanto dura l’ascesa a St.Moritz, si assiste ad uno spettacolo entusiasmante, il trenino arranca su veri e propri tornanti ferrati, sbuffando e ansimando, si insinua in una natura incontaminata, regalando scorci panoramici che non si dimenticano facilmente. Avevamo scelto un mercoledì, per evitare la ressa di turisti dei fine settimana. Infatti, a bordo non c’era gran traffico di persone. Scegliemmo di procedere verso l’ultimo vagone, per due motivi, in questo modo si ha la possibilità di vedere tutto il treno, quasi avvitarsi su se stesso nel momento in cui percorre una rampa elicoidale, l’altra per avere la massima privacy.

Detto e fatto, eravamo appena due coppie nello scompartimento.

Dopo pochi minuti arrivò il controllore, con rigidità elvetica ci controllo i biglietti e se ne andò. Eravamo distanti dall’altra coppia, di aspetto signorile e dall’età avanzata.

Ci mettemmo seduti uno di fianco all’altro, e nella prima galleria Luca mi baciò. Alla prima fermata gli occupanti del nostro scompartimento scesero e non salì nessuno a bordo. Non dispiacque a nessuno dei due. Guardavamo estasiati il paesaggio innevato dal finestrino, ma il desiderio cresceva in noi. Mi slacciò un paio di bottoni della camicetta e infilò la mano nei miei seni. Li accarezzava e mi stimolava i capezzoli, diventati nel frattempo belli ritti e me li succhiò avidamente. Il suo membro era già pronto, tirai giù lo zip dei jeans e lo presi in mano, coccolandolo dolcemente. Lui mi toccò sotto e mi massaggiò il monte di Venere. Poi il dito si fermò sul mio clitoride, già gonfio, non aspettava altro che essere sollecitato e solleticato. La mia fica era già bagnata, si umettò il dito del mio piacere e se lo portò alla bocca, succhiandolo lentamente. Mi disse che il sapore era delizioso, di donna, vogliosa d’amore, di sesso e di emozioni. Non si sbagliava su queste ultime.

Dato che si riusciva a controllare visivamente la porta d’accesso nel caso arrivasse di nuovo il controllore, ma non ce n’era motivo, nessun turista era salito alla stazione intermedia, si tirò giù i jeans e mi sollevò il vestito, scostando appena le mutandine, e mi fece sedere sul suo uccello.

Delizioso, trovò la porta in un attimo, era aperta e ben oliata. In questa posizione mi poteva stringere i capezzoli e accarezzare la schiena, che mi procura sempre piacevoli sensazioni. In un certo senso eravamo avvantaggiati dal movimento sussultorio del treno, a volte lo scarto dei binari ci rompeva il ritmo, ma recuperavamo in fretta. Per la verità ero più io che menavo le danze, Luca mi disse che era bellissimo vedere il mio sedere sollevarsi e poi mentre s’impossessava del suo meraviglioso uccello.

Con una mano mi avvolgeva davanti e mi sfiorò il clitoride, aumentando il mio piacere mentre io lo accarezzavo. Mi sentì godere e poco dopo mi venne dentro.

Proprio mentre il treno si stava fermando in stazione. Peccato, non c’era tempo per le coccole, mi tirai su in fretta le mutandine che si bagnarono dei nostri piaceri. Ci ricomponemmo in fretta, giusto il tempo di vedere entrare un gruppo di giovani studenti. Chissà se riuscivano a immaginare ciò che avevamo appena fatto. Il pensiero non ci turbava.

Gli diedi un bacio sulla guancia.

La stazione sciistica e mondana dell’Engadina ci accolse con un sole quasi primaverile, e ci permise di fare una rilassante passeggiata lungo il lago…

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