ALL’OUTLET CON ROSA PICCANTE

PROVE DI SESSO IN CAMERINO…

di Rosa Piccante

Avevo voglia di rinnovare il mio guardaroba. Fare shopping è sempre stata una delle mie passioni. Nell’outlet dove mi recavo di solito erano in corso i saldi, per questo mi presi la mattinata libera. Non c’era tanta gente, in molti si erano già recati per le ferie al mare. Il reparto donna era al secondo  piano e i commessi quasi tutti liberi. L’outlet aveva una particolarità, nel reparto donna solo commessi uomini e nel reparto uomini solo commesse donne. Doveva essere una strategia aziendale. Tutti giovani e carini.

Ce n’era uno, di nome Alberto, che mi piaceva in modo particolare.

Moro, ricciolino, sempre col sorriso sulle labbra, era anche molto bravo nel consigliarmi l’abito che più mi valorizzava. Chissà se quella mattina era presente. Lo vidi in lontananza. Lo cercai con lo sguardo e lui ricambiò venendomi incontro. Mi chiese se poteva essere utile nella ricerca. Fui ben felice di farlo partecipe. Gli dissi quello che cercavo, un abito con colori vivaci, un po’ sbarazzino. Me ne fece vedere quattro o cinque, mi colpirono un paio di questi, uno era color arancio e l’altro virava sul giallo.

Il primo aveva dei motivi geometrici e il secondo delle “pennellate” di azzurro sul giallo, molto intrigante. Mi propose di provarli e mi accompagnò al camerino, rimaneva nascosto dietro una divisione con dei pannelli. Una tenda isolava alla vista altrui. Notai che mi attendeva poco distante ed ebbi cura di non chiudere tutta la tenda, lasciai uno spiraglio di luce e iniziai lentamente a svestirmi. Rimasi con le sole mutandine e il reggiseno. Dallo specchio che avevo di fronte vidi che mi osservava con la coda dell’occhio, era quello che speravo facesse. Esitai un attimo prima di infilarmi il vestito e ricambiai lo sguardo con un leggero sorriso. Una volta indossato uscii dalla cabina e lui arrivò prontamente chiedendomi se tutto andava bene. Chiesi gentilmente se poteva darmi una mano a tirare su il lampo dietro. Sentii la sua mano sfiorarmi la schiena e i suoi occhi posarsi sulle mutandine, avrei voluto che osasse qualcosa…

Mi portai davanti allo specchio e lui fece un gesto con la mano a significare che mi stava benissimo. Non penso fosse dovuto alla vendita, mi calava proprio bene sui fianchi e la scollatura valorizzava i miei seni abbronzati. Decisi di provare anche l’altro. Mi aiutò di nuovo con la zip e stavolta mi spogliai di fronte a lui, con la tenda aperta, si guardò intorno, non c’era nessuno, entrò nel camerino con me, l’invito era stato fin troppo chiaro. Ci baciammo appassionatamente, volevo essere sola con lui, non in un camerino di un outlet, ma nel mio appartamento. Sentimmo un suo collega che lo chiamava, proprio mentre mi stava baciando un seno, uscì dal camerino lasciandomi in preda a una voglia sfrenata di fare sesso. Volevo trattenerlo ma non era una decisione saggia. Avrebbe avuto sicuramente problemi con la direzione. Mentre mi provavo il secondo vestito tornò e s’infilò direttamente all’interno del camerino, riprendemmo a baciarci in bocca mentre le nostre mani iniziarono a toccare i nostri sessi. Era un bel problema adesso, io desideravo qualcosa di più e lui pure, mi tirò su il vestito all’altezza delle mutandine e le scostò dalla vagina, lui aveva i jeans aperti sul davanti e brandiva il suo membro eretto all’altezza della mia pussy, mi sollevò di peso, gli gettai le braccia al collo e dolcemente aprì la porta del piacere. Era una situazione molto rischiosa ma elettrizzante, una scarica di adrenalina non indifferente. Non si poteva andare tanto per il sottile e riuscimmo in breve a essere soddisfatti, pur non arrivando all’orgasmo completo.

Lui uscì prima e mi aspettò nel corridoio che portava alle casse. Furtivamente gli allungai il numero del mio cellulare…

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